"Ho tratti indefiniti, confini non precisi." (Ciccio Bon)
Oggi ho trovato il tempo di fotografare un piccolo quadretto che ho dipinto la scorsa estate. Ero in vacanza dai miei e non avevo con me nessun materiale creativo e le mani nei momenti di calma mi prudevano... Non c'è nulla da fare, non so stare ferma!! Allora sono andata a frugare in cantina, tra le cose di mio padre (grande creativo inarrestabile anche lui) ed ho trovato questa tavoletta in compensato tagliata a mezzaluna. Poi ho fortunosamente ritrovato una vecchia scatola piena di colori (alcuni rappresi, vecchi almeno 25 anni) di ogni genere... olio, tempere, colori per tessuti, inchiostri e qualche vecchio pennello, un pò spelacchiato per la verità.
Ho dipinto il fondo con una soluzione di polvere per dipingere il legno color noce (è in vendita in bustine, costa pochissimo ed una bustina è sufficiente a dipingere un'intera casa - anche questa però ritrovata in cantina, nella scatola delle sorprese) ed alcool. Ho lasciato asciugare bene e per amor di completezza ho dipinto anche la parte posteriore. Una spruzzata di vernice trasparente spray mi ha garantito da eventuali sbavature: la polvere noce viene via con qualunque pennellata e va a macchiare eventuali applicazioni, anche se in questo caso non avrebbe causato un grave danno.
Riordinando qualche tonnellata di libri ho ritrovato dei vecchi appunti di meccanica agraria che risalivano ai tempi dell'università. Il contenuto non mi interessava più ma le pagine erano ingiallite e avevano acquistato il fascino della carta invecchiata e vissuta. Ho salvato qualche pagina senza sapere per cosa utilizzarla, ma ho subito pensato di incollarne una sulla tavoletta, ritagliandola a mezzaluna e lasciando un margine di mezzo centimetro intorno. Prima di incollarla ho "inkato" i bordi con un tampone imbevuto di inchiostro seppia (ritrovato tra i miei relitti di scrapbooking). Inkare in gergo scrapper vuol dire "inchiostrare", "sporcare di inchiostro". Con lo stesso tampone ed uno stamp (timbro) in caucciù ho stampato i motivi sul fondo. E infine ho dipinto la sirena, riportando prima sulla tavoletta un disegno di massima schizzato precedentemente su carta, con l'aiuto della carta carbone.
Il corpo è dipinto con acrilico, la coda e la pinna finale con colori per tessuto, i capelli e la corona con tempere. |
Il risultato, tenendo conto dei mezzi di fortuna, a me non dispiace. Io la chiamo folk art.